Crows
Merli appollaiati
come corvi osservano
gli stanchi passi e
cantano inni che
sanno d’addio
Immagine: “Crows”, 2023 (olio, acrilici, cere, inchiostro e gessetti su tela). Per info e acquisto, scrivi a info@ityart.com
Merli appollaiati
come corvi osservano
gli stanchi passi e
cantano inni che
sanno d’addio
Immagine: “Crows”, 2023 (olio, acrilici, cere, inchiostro e gessetti su tela). Per info e acquisto, scrivi a info@ityart.com
Avrei dovuto dare questa notizia già da un po’ di tempo ma, come spesso accade, le frenesie, il quotidiano e quant’altro hanno avuto la meglio a scapito degli aggiornamenti ufficiali – mea culpa.
Con la stessa gioia di qualche mese fa, però, eccomi qui a comunicare che una mia poesia, “Brindiamo” (contenuta anche in Ombre di sabbia), è stata selezionata per comporre la raccolta “Poesia italiana – Libro Blu” di Ivvi Editore – corale che contiene 245 poesie.
Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta chi ha deciso di includerci (“Brindiamo” e me) e saluto tutti voi con un estratto:
Al palo, le catene trattengono
i desideri. Beviamo.
Alla resistenza,
alla mancanza d’aria, al vuoto
di spirito. Brindiamo.
Al niente,
all’anima del nulla
ai freddi marmi,
al richiamo della sabbia.
Fonte immagine: Ivvi editore
Presentare un proprio lavoro non è semplice. Si passa dalle incertezze del trovare il luogo adatto e le persone giuste con cui organizzare, al tripudio di ansie e timori legato al vero e proprio esprimersi: riuscire a parlare senza incepparsi o dire assurdità o far ballare i tavoli per tremori incontrollati.
Per non citare l’esposizione in sé. Presentare un proprio lavoro significa esporsi, mettersi a nudo difronte a una platea e sperare. Sperare di essere ben accolti e, perché no, suscitare interesse in chi decide di dedicarci il proprio tempo.
Il 13 gennaio, Ombre di sabbia è stata per la prima volta esposta al pubblico e non avrei potuto immaginare compagni migliori o posto più adatto: la libreria La Bussola di Torino è di per sé un luogo di incanto (qui sono i libri a trovare chi è pronto a riceverli) e le persone che la rendono viva, gentili ed esperti timonieri.
In particolare, non smetterò di ringraziare Mauro Carretta che ha ideato e gestito la serata: insieme, siam stati “abbastanza lieti” (cit) di ‘proiettare’ le Ombre, scherzare tra noi e con il pubblico e parlare amabilmente di poesia, arte e creatività.
A far vibrare le Ombre ha poi pensato Andrea Rigo che, con le sue emozionanti letture, ha interpretato i miei testi rispettandone a pieno lo spirito.
Infine, non posso non citare chi ha partecipato alla presentazione: è stato un privilegio avervi in sala, poter interagire e osservare le vostre reazioni ed emozioni.
Grazie a tutt* e alla prossima!
Con grande piacere vi comunico che, dopo quasi 10 anni dalla prima pubblicazione, si torna sugli scaffali: il 14 novembre uscirà ufficialmente “Ombre di sabbia”, mia nuova raccolta di poesie edita da Eretica Edizioni.
Di che tratta “Ombre di sabbia”? Ecco un anticipo dalla quarta di copertina:
Visioni di quel che in un attimo è stato o sarà, le ombre di sabbia scorrono inquiete. Composti e instabili frammenti di esistenza, sono proiezioni, in positivo e negativo, che aspirano all’apertura. Che sia di spiragli, finestre o porte non importa. Utopie, timori, sogni, rabbie e speranze scivolano lungo le pagine come oscuri granelli tra le dita: “una forma tra le fiamme/il dolore dell’ombra arriva dalla macchia/chiedi a chi vorrà – non vorrò”. A te che leggerai, una sola richiesta: avanza con delicatezza.
“Ombre di sabbia” è acquistabile presso il sito di Eretica (spedizione gratuita) e su store digitali come Amazon e Mondadori.
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Chi mi rappresenta?
Chi ti rappresenta?
La frutta fuori stagione
il gigolò incallito
l’elettrico in panne
Chi mi rappresenta?
Chi ti rappresenta?
Il ventennale nostalgico
le stelle cadute
“l’antisistema”
Chi mi rappresenta?
Chi ti rappresenta?
Venditori di fumo
abbaiatori di slogan
tiktoktisti dell’ultima ora
Chi rappresenta
le città cadute
le città inondate
le morti bianche
i senza nome
i senza denari
?
Chi contrasta
il lavoro nero
il lavoro assente
lo sfruttamento
il razzismo
i cimiteri dei non nati
l’aborto insicuro
la malasanità
le mafie, i segreti di stato
le mancate cittadinanze
i diritti non garantiti
l’indolenza, la prevaricazione?
Chi mi rappresenta?
Chi ti rappresenta?
Il v(u)oto al bianco/
alla protesta
Immagine: “Carnival”, acrilici su carta.
Affascinano i cieli quando
i rosati incontrano gli azzurri e
i bianchi increspano la volta
Attonito lo sguardo insegue
il rimestare aereo, l’andirivieni piumato
le sagome lontane
Affascinano i cieli con le loro
vaste aperture, finestre
infinite su contenute sclere
Il terso giorno, la profonda
notte e quelle intermedie
fasi in cui né notte, né giorno
ma passaggio e schegge,
dell’uno e dell’altro, nell’uno
e nell’altro
Affascinano i cieli quando
il respiro insegue ed emula
il ritmo delle nubi
E si fa più denso, intenso
scuote lo spirito e rasserena
Immagine: “Schegge celesti” [acrilici e matite acquerellate su carta filigranata]
Raccolto, uno specchio
accoglie ombre e
radici profonde
Quieto riflette nubi
e cieli e sagome e
alghe
Una salina pozzanghera
incolore, escludente
esclusa
Rocce delimitano e
isolano, svettano
e affondano
Lo specchio sta
e riflette
Immagine: “Salinità”, olio e acrilici su tela [2022]
Inconsapevoli nasciamo per navigare
ignote rotte
Trascinati, spinti, raccolti, racchiusi
da culle a navi a braccia o branchi
muoviamo senza posa
Disegni sconosciuti o libero arbitrio
entrambi o niente, su ignote rotte
navighiamo
Per noi stessi, per disegni altri
navighiamo
Su macerie, ombre roventi
alle radici delle città, lunghi i viali
dei ricordi, navighiamo
Sotto scheletri di metallo,
in trasparenza navighiamo
Ignote rotte, illusi
navighiamo
Immagine: “Flowing” [acrilico e olio su tela]
Dondolano rovesciate le speranze
dei Mosè – oscillano tra canneti urlanti
L’acido pianto incede sulle braccia
delle madri e oscuri dardi accoglie
evanescendo
Fantasmi popolari appaiono
come ombre scivolano tra scheletri
di balena
Sagome sole tra solari
giacinti, stanno
inalano la quiete
sopportano il pianto
sognano balene
Il blu verdastro genitore
o tomba
Rossi e aranci
ardono i cieli
e di cenere tingono
le nubi…
Ci vorrebbe del blu o
coperte o veli
quei veli dipinti di
speranze e fiori
che scorrono come
fiumi
Ci vorrebbero 1000 e più
fiati a soffiare sugli
edifici-candela e 1000 e più
applausi ad accompagnarli
Ci vorrebbe una luce sommessa,
delicata come il primo
sole del mattino a rischiarare
terre e guance
rigate
Ci vorrebbe una farfalla sulla
punta del naso, uno schizzo
d’acqua sul viso, l’odore
avvolgente del pane sfornato
e il canto dei grilli prima che fa sera
Ci vorrebbe del verde e del blu
e un rosso
che non bruci
Immagine: “On fire” [tecnica mista su tela, 20×30]
Si consiglia di leggere ascoltando Ludovico Einaudi, “Wind song”