Un giorno, decisi di non avere più paura del candore opprimente, decisi di trasformare il bianco e di dare spazio a colori fino allora taciuti, relegati a inconsci recessi.
Fino allora, avevo visto il bianco come un limite. Rappresentava, per me, l’impossibilità di macchiare e il bisogno di non disturbare la quiete della superficie. Da allora, invece, ho compreso che il bianco è la base, una delle tante, e che racchiude infinite possibilità. Se si vuole, se si può, quel bianco come “ogni bianco” può diventare opportunità d’espressione e liberazione.
Questo è ciò che troverai nelle mie tele: bisogni sublimanti, oppressioni e liberazioni. Ferite dello spirito, comprese e rimarginate grazie all’impressione su tela. Ma anche astrazioni e un richiamo alla magia del sogno.
Sfoglia la gallery e, se trovi un po’ di te stess* o sei solo interessat* a sapere di più, scrivimi e ne parleremo insieme.
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